Stage con Pietro Mossa
Dall’8 al 10 marzo, Comedy Studio presenta: “Workshop sulla ricerca della verità espressiva” con Pietro Mossa.
Intorno ai concetti di “Corpo/i”, “Energia” e “Comunicazione” Pietro Mossa condurrà gli allievi in un “antipasto di percorso” alla ricerca del vero nell’atto scenico: forse l’obbiettivo più arduo di un attore artista, ed un percorso di durata pari alla vita.
Il “vero” non è sinonimo di “credibilità” o “naturalismo”, ma piuttosto di “onestà”, umana ed espressiva. Una ricerca che parte dall’ascolto e dall’umiltà, dal coraggio di mettersi in gioco, dal provare a lasciar andare le difese e a dire “Sì”.
Quando: venerdì 8 marzo ore 18.00-23.00
sabato 9 marzo ore 14.00-19-00
domenica 10 marzo ore 11.00-14.00 / 15.00-18.00
Dove: Circolo NOA’, Corso Regina Margherita 154, Torino.
Costo: 100 € (solo per allievi esterni Comedy Studio)
Per il workshop sono richieste due cose:
– imparare il testo su Paolo e Francesca (Dante, Canto V Inferno) non necessariamente a memoria ma necessariamente comprendendolo dal punto di vista sintattico e verbale (il testo per comodità è riportato in fondo a questo documento)
– leggere, accettare e sottoscrivere il seguente regolamento.
REGOLAMENTO DEL CORSO
Torino, ……………………………………………
Il seguente regolamento, lungi dall’essere una coartazione degli spazi espressivi, è invece concepito per creare le basi utili affinché un ambiente creativo possa nascere e sussistere.
1.Puntualità. Chi arriverà con un ritardo di più di quindici minuti senza avvisare la segreteria del corso e senza motivo valido, dovrà prendere parte alla lezione come uditore fino a quando non si passerà ad altro argomento.
2.Abbigliamento. Si lavorerà a piedi scalzi (al massimo calzettoni o scarpette tipo paperine da danza) e in vestito da lavoro. Dovranno essere tolti anelli, bracciali, collane, orecchini pendenti. Chi si presenterà con: •Jeans e similari •Abbigliamento non da lavoro (camicette strettine, pantaloni che son tanto bellini ma che frenano i movimenti…) •Scarpe, potrà assistere alla lezione come uditore e non potrà partecipare attivamente.
3.Igiene. In rispetto al lavoro, al docente e ai colleghi, non saranno accettate situazioni igieniche “traballanti”. Gli allievi dovranno essere consci che una situazione “ascellare e pedestre” non consona è inaccettabile in un ambiente creativo.
4.Presenza. All’allievo verrà chiesto un deposito di € 10,00. Esso verrà restituito alla fine del corso solo in caso l’allievo non abbia superato il 10% di monte ore di assenza (su 16 ore = 1,6 ore). In caso contrario l’importo verrà trattenuto e dato in beneficenza, mediante una ricevuta di pagamento a nome degli allievi “involontariamente filantropi” e che verrà a loro consegnata.
5.Non saranno accettati cellulari accesi durante le attività, a meno di urgenze e comunque non a portata di mano dell’allievo. Non verranno accettate riprese audio e video se non precedentemente autorizzate. Non sarà permesso prendere appunti durante la lezione, ma solo negli intervalli.
6.Tutti questi punti possono sembrare poco “italiani”, e infatti sono solo un sesto dei punti che gli allievi dei corsi di perfezionamento e workshop della Academy of Dramatic Art di Londra devono accettare sotto contratto scritto, pena la non accettazione ai corsi.
Per presa visione ed accettazione di tutti i punti: …………………………………….
Paolo e Francesca, Dante Canto V Inferno
Quand’io intesi quell’anime offense,
china’ il viso e tanto il tenni basso,
fin che ‘l poeta mi disse: «Che pense?».
Quando rispuosi, cominciai: «Oh lasso,
quanti dolci pensier, quanto disio
menò costoro al doloroso passo!».
Poi mi rivolsi a loro e parla’ io,
e cominciai: «Francesca, i tuoi martìri
a lagrimar mi fanno tristo e pio.
Ma dimmi: al tempo d’i dolci sospiri,
a che e come concedette Amore
che conosceste i dubbiosi disiri?».
E quella a me: «Nessun maggior dolore
che ricordarsi del tempo felice
ne la miseria; e ciò sa ‘l tuo dottore.
Ma s’a conoscer la prima radice
del nostro amor tu hai cotanto affetto,
dirò come colui che piange e dice.
Noi leggiavamo un giorno per diletto
di Lancialotto come amor lo strinse;
soli eravamo e sanza alcun sospetto.
Per più fiate li occhi ci sospinse
quella lettura, e scolorocci il viso;
ma solo un punto fu quel che ci vinse.
Quando leggemmo il disiato riso
esser basciato da cotanto amante,
questi, che mai da me non fia diviso,
la bocca mi basciò tutto tremante.
Galeotto fu ‘l libro e chi lo scrisse:
quel giorno più non vi leggemmo avante».
Mentre che l’uno spirto questo disse,
l’altro piangea; sì che di pietade
io venni men così com’io morisse.
E caddi come corpo morto cade